L’eterno ritorno dell’Uomo Cervo delle Mainarde: Gl’ Cierv tra radici arcaiche e riattualizzazioni

02.08.2022
Gl Cierv, il Cacciatore e Martino
Gl Cierv, il Cacciatore e Martino

Dopo due anni di assenza a causa delle restrizioni pandemiche, a Castelnuovo a Volturno (Isernia), il 6 agosto ritorna l'antica e misteriosa maschera de Gl' Cierv, l'Uomo Cervo, con il suo affascinante rituale. La comunità del piccolo centro molisano è nota per la tradizionale pantomima carnevalesca il cui protagonista è un essere fatato dal corpo umano e dalle corna di cervo. Il rito - che di norma si ripeteva ogni ultima domenica di Carnevale - verrà riproposto in una versione estiva intitolata "Gl' Cierv - Il mistero di un antichissimo rito": segno evidente dell'attaccamento dei castelnuovesi alla loro maschera e, più in generale, alle antiche tradizioni delle Mainarde.

Le janare e il maone
Le janare e il maone

La pantomima

Al crepuscolo del giorno del rito, nella piazzetta di Castelnuovo si raduna una schiera di janare (streghe) guidate dal maone, il loro oscuro signore. Le streghe sembrano evocare lo spirito antico e selvatico delle Mainarde che si materializza sotto le sembianze dell'Uomo Cervo. Questi, in preda a una furia feroce, vestito di pelli di capra, ricoperto di rumorosi campanacci e con in testa un grosso palco di corna cervidi, irrompe sulla scena distruggendo tutto ciò che incontra sul suo cammino. Prima da solo, poi in compagnia della sua compagna: la Cerva. Quindi compare Martino, una figura completamente bianca: cappello conico, lungo mantello, fiaccola e bastone. Martino incarna lo spirito della luce primaverile che trionfa sulle tenebre e sulla furia dell'inverno. Il suo compito è quello di ammansire Gl' Cierv e la Cerva; ingaggia con loro una lotta/danza, ma i suoi sforzi sono vani. Interviene in suo aiuto una popolana che tenta di placare i due esseri selvatici dando loro della polenta, anche in tale caso senza risultati. A questo punto della pantomima il Cacciatore uccide i due animali, ma solo per ridare loro magicamente la vita soffiandogli nelle orecchie. L'Uomo Cervo e la Cerva, rinati, lasciano la piazza di Castelnuovo; allora Martino accende un grande falò, mentre il Seminatore semina simbolicamente del grano scagliandolo sulle teste dei presenti.

A grandi linee è questa la liturgia del rito dell'Uomo Cervo delle Mainarde. Dal punto di vista simbolico Gl' Cierv incarna la morte e rinascita della natura, la furia dell'inverno e il ritorno alla vita con la primavera ventura. Elemento di rigenerazione ciclica del tempo e della natura simboleggiato dal palco di corna del cervo, che ogni anno cade e ricresce.

Martino, Gl' Cierv e la Popolana
Martino, Gl' Cierv e la Popolana

La simbologia sacra e arcaica del rito

La pantomima di Castelnuovo conserva strutture e dinamiche sacrali antiche: dal rito di caccia alla celebrazione della rigenerazione della natura primaverile. In particolare la maschera dell'Uomo Cervo sembra alludere di continuo a prerogative di tipo sciamanico: l'estasi, la trasformazione in animale, il ritorno dalla dimensione dei morti. Il protagonista del rito non rappresenta un uomo travestito da cervo ma un essere fantastico in cui il confine tra le due nature, quella umana e quella animale, è incerto. Una prerogativa paragonabile ai poteri degli sciamani di interagire con gli spiriti della natura e degli animali fino e di accedere a dimensioni non ordinarie. Anche il viaggio verso il mondo dei morti e il ritorno alla vita richiamano elementi tipici di una sacralità antica e misterica. L'Uomo Cervo nel suo viaggio attraverso le dimensioni e, soprattutto, attraverso la vita e la morte è accompagnato da numerosi personaggi, ma tre di loro sono indispensabili allo svolgimento del rito: Martino, il Cacciatore e il Seminatore.

Martino incarna prerogative di carattere sacerdotale: illumina il rito e lo conclude accendendo il falò. La sua figura e i suoi compiti richiamano al trionfo della luce primaverile sulle tenebre invernali. Il fuoco - quello della torcia e quello del falò - ha una innegabile valenza solare: al pari delle corna del cervo, l'astro solare rinasce ogni anno con il solstizio invernale, ma solo nel periodo dell'equinozio di primavera riesce ad accumulare la potenza necessaria per riscaldare gli esseri umani, gli animali e il mondo vegetale ai fini della rinascita appunto primaverile. Anche il Cacciatore, il cui ruolo è centrale ai fini dello svolgimento del rito, ha una simbologia ambivalente e antica: egli è capace di fermare in modo cruento la furia del cervo, ma solo per ridargli magicamente la vita attraverso il potere rivitalizzante del suo soffio. La scena è chiusa da un ulteriore personaggio-chiave: il Seminatore. Quando il Cacciatore ridona la vita all'Uomo Cervo e alla Cerva e i due animali tornano sulla vetta delle montagne da cui scenderanno solo dopo la fine del ciclo che si è appena aperto, Martino accende il falò e il Seminatore mette in scena una semina simbolica spargendo del grano sulle teste dei presenti. La sua comparsa sembra collegare lo spirito dell'Uomo Cervo a quello del grano: i semi - al pari de Gl' Cierv - devono morire sepolti sotto terra per poter rinascere sotto forma di spighe e quindi come nuova e abbondante vita. La simbologia del grano e quella del cervo sono simmetriche e nel rito di Castelnuovo tale connessione è palese: l'Uomo Cervo è lo spirito del grano degli abitanti delle Mainarde e il rito di Castelnuovo è la celebrazione della rigenerazione del tempo ma pure della natura e dei suoi frutti, a cominciare appunto dal grano, elemento essenziale nelle società agro-pastorali.

Il Cacciatore riporta in vita Gl' Cierv
Il Cacciatore riporta in vita Gl' Cierv

La riproposizione del rito

Tale complessa liturgia celata nelle pieghe della pantomima carnevalesca è un elemento caratteristico della cultura tradizionale di Castelnuovo e delle Mainarde molisane; il rito oggi rappresenta soprattutto l'espressione del senso di appartenenza dei castelnuovesi, è un modo per celebrare la natura ma anche per rinsaldare i rapporti sociali e per riaffermare la centralità del patrimonio tradizionale locale.

Gl' Cierv è sempre stato - e continua ad essere - una pantomima di Carnevale, un rito che saluta la fine dell'inverno e la rinascita primaverile, ma la riproposizione estiva va letta e valutata proprio in virtù del valore sociale, culturale e comunitario che riveste. Dopo due anni di pausa a causa della pandemia, il senso di riproporre ad agosto il rito de Gl' Cierv è quello, per i castelnuovesi, di riaffermare la propria presenza nel mondo, di propiziare in modo collettivo l'inizio di un nuovo ciclo.

I riti cambiano, si evolvono, scompaiono per poi ricomparire con forme differenti, ma non è il caso dell'Uomo Cervo di Castelnuovo. La primavera scorsa, proprio nel periodo in cui di solito si tiene il rito, siamo tornati sulle Mainarde per una visita alla sede dell'Associazione l'Uomo Cervo, che da anni anima la pantomima. Sembrava mancasse qualcosa alla magia delle Mainarde: la negata epifania e il mancato eterno ritorno de Gl' Cirv per due anni consecutivi sono stati vissuti come qualcosa di destabilizzante. Riproporre una edizione estiva del rito è, sopra ogni cosa, il modo in cui le donne e gli uomini di Castelnuovo riaffermano la propria presenza nel mondo, e l'auspicio per un ritorno a tempi più sereni in seguito alla crisi pandemica. In tale prospettiva il rito dell'Uomo Cervo continua ad assolvere al suo senso primordiale di celebrazione della rinascita e di esorcizzazione delle negatività. Nell'attesa che si possa ritornare quanto prima ad assistere all'antico mistero della morte e della rinascita de Gl' Cierv nel tempo sacro della fine dell'inverno e della conseguente, ciclica e immutabile rigenerazione della primavera, il 6 agosto è un'ottima occasione per rivivere l'emozionante e arcaica tradizione molisana e partecipare - insieme ai castelnuovesi - a un grande rituale propiziatorio e beneaugurante per i tempi futuri.

Massimiliano Palmesano

Gl' Cierv
Gl' Cierv

Tutte le foto sono tratte dal reportage "Gl' Ciervo" di Salvatore Di Vilio (edizione 2020 del rito)


PROGRAMMA

SABATO 6 AGOSTO 2022

ore 10:00 - Visita museo della maschera

ore 17:00 - il mercatino dell'Uomo Cervo

ore 18:00 - BIFOLK

ore 19:00 - LA PARENTEZZA

ore 21:00 - IL RITO DELL'UOMO CERVO


Per approfondire: "L'Uomo Cervo - Pantomima, rito e mito"

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