La Malombra e il mistero degli scomparsi sul Monte Maggiore [prima parte]

19.07.2020

Qualcosa di oscuro avvolge le cime rocciose dei monti Trebulani in provincia di Caserta, dal 1998 al 2002 nei boschi e tra i vicoli dei borghi sono scomparse nel nulla cinque persone senza lasciare alcuna traccia. Sono state formulate diverse ipotesi, dai rapimenti alle oscure trame di una setta satanica, ma le misteriose scomparse sono rimaste avvolte dal buio più assoluto. Dopo anni di silenzio una lettera anonima ha riaperto il caso e un uomo, cugino di uno dei dispersi, è stato iscritto nel registro degli indagati. Cercheremo di riannodare i fili della vicenda e di fornire un'ipotesi, fino ad ora mai vagliata dagli inquirenti, che affonda le radici in antiche e oscure superstizioni locali.

Un'ombra oscura

Qualcosa di oscuro si è mosso nel fitto dei boschi dei monti Trebulani, in provincia di Caserta, tra il 1998 e il 2002 nel territorio compreso tra i comuni di Liberi, Formicola, Pontelatone, Castel di Sasso, tutti piccoli centri adagiati nelle valli di montagna in cui ben cinque anziani sono scomparsi, svaniti nel nulla, i corpi non sono mai stati ritrovati, tranne pochi resti, tra cui il teschio, dell'unica donna del gruppo. Intorno alla vicenda nacquero racconti suggestivi, si parlava di una setta che avrebbe rapito gli anziani per celebrare oscuri riti sulla vetta del monte Demonio, una delle cime più alte dei Trebulani, sulla cui sommità erano stati rinvenuti i resti di un macabro altare realizzato con teste di bambole conficcate su croci di ferro, ma nessuna pista aveva portato a qualche risultato. Poi era calato il silenzio. Per anni delle misteriose scomparse sul Monte Maggiore non se ne è parlato più, ma da qualche mese la vicenda si è riaperta grazie a una lettera anonima recapitata al comando dei carabinieri di Capua.

I Trebulani
I Trebulani

La riapertura del caso

Nella lettera viene accusato il cugino di uno dei dispersi, l'uomo un ultraottantenne ospite in una casa di riposo, è stato iscritto nel registro degli indagati e si attende l'esito delle indagini predisposte dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Non solo, mentre tra i piccoli centri adagiati nelle valli dei Trebulani si diffondeva la notizia della riapertura delle indagini, a inizio primavera è stato dato dopo anni l'allarme di una nuova scomparsa, fortunatamente pare che l'anziano sia stato ritrovato dopo poche ore in stato confusionale ma tutto sommato bene. Nei paesi chiaramente da un lato è ritornata la paura, dall'altro in molti preferiscono non parlare con giornalisti e quanti fanno domande perché, a loro dire, in questo modo si getterebbe discredito sulla buona immagine del territorio, ma lontani da orecchie e occhi indiscreti si moltiplicano le voci e fioriscono racconti su questa oscura ombra che sembra essersi risvegliata per l'ennesima volta dal suo lungo sonno, racconti che affondano nella notte dei tempi e nelle credenze ancestrali di chi abita queste montagne. Ma cosa è accaduto davvero tra il 98 e il 2002 nei boschi del Monte Maggiore? Chi o cosa ha fatto scomparire i cinque anziani? Un'ombra striscia scura e sinuosa tra gole e boscaglia, un alito dall'abbraccio mortifero si aggira nel fitto della foresta, uno spirito che sembrava essersi saziato dopo le scomparse degli anni scorsi ma che, gli eventi delle ultime settimane, sembrano aver riportato in azione.

Una misteriosa scia

Maria Cirillo era una camminatrice instancabile, nonostante i suoi 86 anni non aveva mai rinunciato alle sue lunghe passeggiate nei boschi che circondano il piccolo borgo di Profeti, piccola frazione di Liberi, dove abitava. Anche quel 2 ottobre del 1998 era uscita per uno dei suoi consueti giri, si trovava molto probabilmente nel fitto del bosco quando all'improvviso le accadde qualcosa, una coltre scura si alzò dal terreno, l'avvolse e la fece scomparire nel nulla, della donna non restarono tracce. Dovettero passare ben quattro mesi perché qualcuno in località Fratte potesse trovare alcuni suoi resti, delle ossa, e il cranio della donna, che a detta di testimoni era "stranamente pulito". La scomparsa di Maria a fine 98 sembra voler essere un macabro preludio a quello che può essere considerato senza ombra di dubbio l'annus horribilis delle sparizioni sul monte maggiore, il 1999 con ben 3 scomparse sulle cinque totali.

La prima scomparsa si registra il 14 febbraio, a pochi chilometri da Liberi, nel comune di Pontelatone, dove sparisce nel nulla un altro 86enne, Raffaele Izzo. L'uomo era stato notato mentre camminava a piedi sulla strada provinciale, a poche centinaia di metri dalla propria abitazione, che però a quanto pare non raggiunse mai, facendo perdere ogni traccia: di Raffaele non sono stati rinvenuti nemmeno i resti, stessa sorte che toccherà anche agli altri scomparsi. Dopo pochi mesi, con i comuni del territorio ancora profondamente scossi dalle scomparse, in una calda giornata di agosto la sorte tocca a Vincenzo Santillo, 67enne di Formicola. E' il 12 agosto del 1999 e Vincenzo, che viveva a San Prisco, era tornato nel suo paese natale per partecipare a una delle tante sagre che animano le serate estive nei piccoli centri dei Trebulani, l'uomo era stato notato intorno alla mezzanotte mentre era in piazza e salutava alcuni amici, poi si erano perse le sue tracce, anche lui sparito nel nulla.

Trebulani - foto dell'autore
Trebulani - foto dell'autore

I mesi estivi passarono in fretta e mentre la paura era ancora forte nei piccoli borghi dei Trebulani, ad un anno preciso dalla scomparsa di Maria, si verifica un nuovo caso, il terzo da inizio 1999. Si tratta di Giacinto Maioriello, di 69 anni, che svanisce nel nulla il 18 ottobre 1999 da Cisterna, piccola frazione del comune di Castel di Sasso, la sua abitazione si trova in un vicolo al centro del paese, l'uomo era stato visto parlare con alcuni operai che lavoravano in strada e per lasciare il paese sarebbe dovuto passare per forza per un punto che era stato frequentato durante tutta la mattinata, ma stranamente nessuno ha visto Giacinto allontanarsi. Anche lui come le altre tre persone scomparse sembra svanito nel nulla, inghiottito dai boschi dei Trebulani.

Le prime ipotesi

Quattro misteriose scomparse nel giro di un anno alimentarono in zona persistenti voci di sette sataniche e messe nere celebrate nel profondo dei boschi, almeno altri due anziani, forse semplicemente suggestionati dagli eventi, affermarono di essere riusciti a scampare al tentativo di rapimento da parte di uomini a bordo di un furgone bianco. Sette sataniche e furgone bianco, entrambi elementi che resteranno solo ipotesi e che non daranno alcuna soluzione alle misteriose scomparse sulle pendici del Monte Maggiore. Nonostante la paura e la natura oscura delle scomparse, dopo il tragico 1999 nei borghi dei Trebulani sembrava essere tornata la pace di sempre, ma dopo tre anni di calma, nel 2002 l'ombra nera torna ad avvolgere boschi e paesi della zona. [continua] 

Massimiliano Palmesano

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