Gran tour postmoderno: in viaggio sulle rovine della modernità! 

03.02.2020

Così come gli intellettuali del XVII secolo giravano l'Europa lasciandosi affascinare dalle rovine della classicità, oggi bisognerebbe riprendere lo spirito del Gran Tour in chiave postmoderna per raccontare e dipingere le rovine della modernità.

A partire dal XVII secolo infatti numerosi intellettuali e aristocratici europei intrapresero quello che poi è passato alla storia con il nome di Gran Tour, ovvero un giro nell'Europa continentale destinato ad accrescere il loro sapere e che il più delle volte aveva una durata non definita. Alla base del turismo contemporaneo ci sono proprio i percorsi intrapresi da questi avventurieri dei secoli scorsi che effettuavano questi viaggi per imparare ma soprattutto per lasciarsi affascinare dalle rovine della classicità.

Oggi le cose sono un po' cambiate, non bisogna essere per forza degli aristocratici per andare in giro, anzi oggi è fin troppo semplice anche se il viaggio in se ha perso molte volte la magia della scoperta.

Troppo spesso ci affidiamo a guide, blog e siti trendy, che bene o male propinano a tutti il solito pappone, i soliti ristoranti tipici, le solite foto nei soliti posti. In questo modo l'esperienza della scoperta si riduce quasi al lumicino, il più delle volte sappiamo dove andremo e cosa faremo, persino con che foto negli smartphone torneremo a casa. Un po' lo si fa per imitazione di alcuni modelli che oggi settano il trend, Instagram in testa, un po' perché il più delle volte quello che ci importa davvero è evadere dalle gabbie della vita quotidiana, senza renderci conto che evadiamo da una gabbia per andarcene a rinchiudere in un'altra.

Invece dovremmo pensare che siamo un po' i pronipoti degli intellettuali del '600, anche se di intellettuale abbiamo poco e rispetto a loro siamo abituati a vivere in un mondo che consuma e butta via, molte volte siamo abituati a vivere in questo modo anche le nostre esperienze di viaggio tornandocene a casa con il ricordo della cena fatta nel localino consigliato da una determinata rivista e la foto ricordo nel posto più fotografato che abbiamo visitato in modo da avere la stessa foto che hanno ormai milioni di persone, in questo modo anche i ricordi che dovrebbero essere qualcosa di estremamente personale perdono il loro potere e diventano qualcosa di molto simile a merci sugli scaffali di un discount: queste sono le macerie della modernità.

E se provassimo a lasciarci rapire dalle rovine della modernità piuttosto che da quelle dell'antichità in una sorta di Gran Tour postmoderno e cyber?

Gli intellettuali del Gran Tour si soffermavano ad osservare, descrivere e dipingere i resti di un mondo antico e ideale che ormai viveva solo in ruderi e macerie. La modernità è qualcosa di molto simile: un mondo ideale nelle sue premesse più profonde ma allo stesso tempo la culla di marcate contraddizioni e delle macerie della contemporaneità. A volte non ce ne rendiamo nemmeno conto quando siamo in giro, ma calpestiamo continuamente le rovine del mondo moderno: povertà, immigrazione, frontiere, il Mediterraneo come enorme cimitero, lo spopolamento delle aree rurali, l'inquinamento, sono solo alcuni degli elementi contro cui inciampiamo continuamente mentre siamo in viaggio. Sarebbe bello cominciare a raccontare anche queste sfumature del mondo in cui viviamo e non solo darne una narrazione filtrata dai modelli e dagli stili che ci vengono imposti e che sono anche essi meccanismi di dominio dei nostri bisogni; forse proprio sulle rovine della modernità possiamo ritrovare gli stimoli e le strade per una visuale più profonda sul mondo in cui veramente viviamo e non su quello scenografato e costruito dai media di settore. L'invito è aperto, non esiste copyright e non occorre essere intellettuali, basta avere curiosità, occhi aperti sul mondo e utilizzare il tag #postmoderngrantour se vi va di raccontare e condividere le vostre esperienze sulle rovine della modernità! 

The Story Teller

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